Un primo disco, falso “Greatest Hits” uscito nel 2004, poi nient’altro, prima di questo "Ghost Friends”, per cui si è parlato di una reunion.
Intorno alla barese Lepers Produtcions, questi pazzi scatenati ritornano, dunque, a gridare le loro ragioni, in un gioco di scontri e scarti stilistici liberatorio, moderatamente anarchico. Strade imboccate contromano, tentativi balzani di far convivere opposti solo apparentemente inconciliabili, piglio beffardo di chi sa che, gira e rigira, alla fine dal tunnel si esce soltanto con la forza della fantasia. Così, in ventuno minuti, riescono a condensare un piccolo microcosmo, racchiuso tra il jazzcore grottesco di “Awesome Homeless Man” e il noise corpulento della falsa, ancora una volta!, “(Ghost Track)”.
Lo trovate, come tutte le altre produzioni della Lepers, in download gratuito e, quindi, un giretto da queste parti è quasi obbligatorio (come, del resto, un ritorno a “Greatest Hits”, giusto per accorgersi che, nel frattempo, sono diventati un pochino meno acerbi). Non cambieranno le sorti della musica italiana (almeno, non per il momento), ma avrebbero le potenzialità per scrivere qualcosa di importante. Per ora, comunque, gli schizzi p-funk di “Metal Salsizz”, la piccola galoppata math di “Gigi’s Funky”, lo spazzcore che sfocia in revival Skiantos di “Pasta al formaggio”, il pop carillon sbilenco di “Bari Is A Place For Minutes”, il folkettino solarizzato del brano eponimo e il metal altero&derelitto di “We Love The Druids” ci fanno una discreta compagnia.
Intorno alla barese Lepers Produtcions, questi pazzi scatenati ritornano, dunque, a gridare le loro ragioni, in un gioco di scontri e scarti stilistici liberatorio, moderatamente anarchico. Strade imboccate contromano, tentativi balzani di far convivere opposti solo apparentemente inconciliabili, piglio beffardo di chi sa che, gira e rigira, alla fine dal tunnel si esce soltanto con la forza della fantasia. Così, in ventuno minuti, riescono a condensare un piccolo microcosmo, racchiuso tra il jazzcore grottesco di “Awesome Homeless Man” e il noise corpulento della falsa, ancora una volta!, “(Ghost Track)”.
Lo trovate, come tutte le altre produzioni della Lepers, in download gratuito e, quindi, un giretto da queste parti è quasi obbligatorio (come, del resto, un ritorno a “Greatest Hits”, giusto per accorgersi che, nel frattempo, sono diventati un pochino meno acerbi). Non cambieranno le sorti della musica italiana (almeno, non per il momento), ma avrebbero le potenzialità per scrivere qualcosa di importante. Per ora, comunque, gli schizzi p-funk di “Metal Salsizz”, la piccola galoppata math di “Gigi’s Funky”, lo spazzcore che sfocia in revival Skiantos di “Pasta al formaggio”, il pop carillon sbilenco di “Bari Is A Place For Minutes”, il folkettino solarizzato del brano eponimo e il metal altero&derelitto di “We Love The Druids” ci fanno una discreta compagnia.
- Francesco Nunziata
Nessun commento:
Posta un commento