domenica 27 marzo 2011

Garage Boy - Gonzo Muziko: Black Milk




Garage Boy – Gonzo Muziko (Lepers Produtcions, 2011)
Non si può proprio dire che questi della Lepers Productions siano banali. Ho già avuto modo di recensire una delle loro creature (i Cristio) e di notare come con i loro gruppi il “l’ho già sentito” è sempre difficile lasciarselo scappare. Così quando ho iniziato ad ascoltare i Garage Boy sapevo già di predispormi all’inconsueto. E infatti l’album Gonzo Muziko è una vera catarsi di differenti generi musicali dal punk (e cowpunk) all’hip-pop, dal dub alla tecno, dal funk al pop anni Ottanta, da cui trae a mio avviso la maggior ispirazione linfa, il tutto con una spruzzata di campionamenti dei principali rumori e jingle della modernità (suonerie di cellulari, trasmissioni cine-televisive, etc.).
Dimenticavo i Garage Boy sono in realtà una one man band. La leggenda narra infatti che dietro a questo gruppo si celi un posteggiatore abusivo e clandestino proveniente dal Tagikistan. L’ironia di questa operazione di maquillage della propria identità in stile “Borat dei poveri” non è male e rende ancor più concettuale questo lavoro: questo è quasi sempre il destino delle creature musicali che nascono da una sola mente eclettica. Mi vengono in mente, pur con differenze sostanziali, gli esperimenti di Cornelius, DJ Shadow, Pepe Deluxe episodi di musica più vicina a tecno e discoteca, rispetto ai mondi più industriali di NIN e Ministry, comunque in alcuni episodi evocati. E non manca neppure qualche passo basso e batteria stevealbineggiante (“Gimmie Gimmie”, “Le Grand Passion d’Amour”) tanto per dare un ulteriore contributo alla voce eclettismo.
Ma non fatevi scoraggiare da questa patina di seriosità, perché Gonzo Muziko è molto bello e merita di essere ascoltato: a dire il vero non vi ci vorrà molto a restare intrappolati nelle sue ardite melodie, tanto da far emergere quasi una certa vocazione pop.
Tra i pezzi migliori il reggae dubbato di “La Moderna Vivo”, la onirica “Tajik-Soviet Fantasy” e il pezzo dall’ispirazione maggiormente punkeggiante e cioè il già citato “Gimmie Gimmie”.
Bravo Garage Boy, vai con l’avanguardia.
Pubblico di merda.
[Potete scaricare il disco di Garage Boy, legalmente e gratuitamente, nel sito della Lepers Productions, cliccando QUI]

Mario Selaschietti

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