L’album dei Cristio suona davvero strano: al suo interno si può trovare tutto e niente, cose piacevolmente inascoltabili e sonorità stranamente pop. Ad aprire Adult Taste ci pensa Tempesta, che dura solo centosei secondi. Poco meno di due minuti in cui si mischiano un atteggiamento rock’n’roll con un sapore pop, una distorsione tutt’altro che pop e una tromba che completa il tutto aggiungendoci anche un po’ di arty. La successiva Above the tree (fall in love), invece, ci mostra come si boicotta una bossanova, mettendo un metallaro alla batteria. E poi si passa tra cose psycho-pop, quasi new-wave (stereogirl) a schizofrenici intrattenimenti rocchenroll pedalando verso il mare (violini), a distorsioni che, almeno a me, hanno ricordato il Joe Satriani di Flying in a blue dream (salita in bici); da colonne sonore per circensi malati degne delle peggio cose degli X-Mary (magic piper e la finale i can’t che poi il cantante è quello… lo noterete) ad un death-arty-punk’n’roll veloce ed ultracreativo (granito, uno dei punti più alti dell’intero lavoro, se è possibile stabilirne); e poi ancora shake, surf, dirty-pop (so sad, dove poi la tristezza del titolo non è nemmeno accennata) o un’electro-samba quasi alla R.U.N.I. (sala giochi). Ascoltatelo, e poi mi direte se questo non è un album strano, per tutti gli elementi che include al suo interno; per l’essere un duo che poi, alla fine, un duo non è; per il pop che non è mai pop; per tutto quello che sembra, e che poi, alla fine, non è mai quello che realmente risulta essere.
-duebambini
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