Cinquanta magmatici minuti senza soluzione di continuità, una suite irriguardosa & appassionata di hard-funk-blues-psych-noise-math-punk, sospensioni meditabonde e spurghi heavy rugginosi, ossessione doorsiana, impeto Crazy Horse, irredentismo Glenn Branca-Sonic Youth, tour de force muscolare altro che quei segaioli del grunge. Con quel mettere a ferro e fuoco il “locale da schifo” in cui registrano live, ti fanno pensare ai primi fumiganti Flaming Lips, ti fanno cogliere frutti MC5 e Dead C, Grateful Dead e Motorhead, verve punk funk cingolata a tutta scabrezza e in flagranza di reato, delirio Hendrix anzi gli Spiritpiù duri (puri), tentazioni glam distorte, stralci dada (armonica, fischi, ukulele, organino, campanellini, cinguettii, elettroniche…), para-citazionismo e intermezzi situazionisti sarcastici. Bailamme per bailamme, bisogna sgretolare la liturgia rock, perché il rock è un linguaggio da sporcare e non il grembiulino per chi vuole uscirne pulito. Amen.
(7.5/10)
- Stefano Solventi
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