I Bokassà sono tre indigeni pugliesi che non aspettano altro che le tue orecchie per iniziare un'orgia tribale di generi musicali. Ma, soprattutto, i Bokassà hanno fame, un enorme appetito per la carne umana - e soprattutto quella dei musicisti - che divorano senza tregua e poi risudano sui loro strumenti musicali.
Summit è il loro disco d'esordio, uscito sotto l'anarco-net-label Lepers, che propone un afrobeat poliforme e deliziosamente difettoso, che si rifà all'idea del genere piuttosto che all'ideologia. Sotto il riflesso della musica di Zappa e del free-jazz sul bordo di un precipizio punk, i Bokassà spingono per quasi mezz'ora il loro "must" di suoni sghembi e lo-fi.
Il ritmo incalzante e una melodia sempre incisiva sono i due strumenti che caratterizzano il vocabolario musicale dei Bokassa (KKK, Parbleu!, Afriguano), e nonostante l'assenza di punti strutturali di riferimento e i numerosi momenti fuori fuoco (Inimigo Publico, Heinrich Der Kuh) l'ascolto dà sempre l'idea di una forte coerenza e sinergia fra le diverse parti musicali. E nonostante il Continente Nero sembra essere l'ombelico del mondo di tutto il disco, in più di una parentesi i Bokassà si ritrovano padroni di una musica progressiva e senza geografia (Japannese-Afrikaanse, Africa Mambata).
Ma la cosa che rende Summit ancor più speciale e delizioso, è la totale assenza di pretenziosità. I Bokassà sono completamente a loro agio nel vivere un giorno da gazzella e uno da leone, l'importante è comunque e sempre correre.
- Antonio Garosi
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