domenica 6 giugno 2004

Bread Pitt intervista: Feltrinelli.it

Non fanno molti concerti e hanno registrato solo due demo, ma il disco che ci è arrivato è emerso in mezzo a tanti CD pieni di fronzoli e poveri di contenuti. I Bread Pitt hanno dentro la carica e l'originalità necessarie ad una band per farsi ricordare. Estroversi ed ermetici, eccentrici ma capaci, con tante carte da giocare e, purtroppo, poco spazio per farlo.
Abbiamo voluto dargli la possibilità di emergere, di farsi sentire, sperando che qualcuno possa interessarsi alla loro musica.


Pit: "Bread Pitt": ogni riferimento è puramente casuale?

Bread Pitt: No. Abbiamo scelto questo nome per nascere già famosi. Scherziamo…in realtà, provenendo da Altamura, la mitica Città del Pane, non potevamo che chiamarci così. Inoltre, la nostra prima sala prove era accanto ad un panificio (qui ci sono più panifici che esseri umani).

P: Siete andati a vedere "Troy"?

BP: No, ma non abbiamo dubbi sul fatto che sia l'ennesimo capolavoro del sommo divo.

P: Eheheh ok basta scherzare ;) Iniziamo a toglierci qualche curiosità, dato che nel CD non c'è scritto proprio nulla di voi. Più che raccontarci la vostra storia ditemi un po' come vi descrivereste, sia come persone che come band.


BP: Suoniamo prevalentemente in tre, muovendoci su coordinate abbastanza conosciute (noise, punk, gnu-wave, improvvisazione) triturandole e compattandole in un suono personale e vario. Per il resto, è opportuno ascoltare i pezzi o venire ad un nostro raro concerto.

P: Il vostro è un bel disco. Io sono uno che si lamenta spesso della poca originalità o comunque personalità di molte band (a ragione o torto, non sta a me deciderlo), ma in voi questo non è proprio un elemento mancante. E' la prima demo che mettete in giro?


BP: No, questa da te recensita è la seconda che abbiamo fatto, registrata e mixata nel Natale del 2002 ai NO-FI Studios. La prima, "L'Origine Della Specie", è del 2001: vere e proprie registrazioni casalinghe brutiste su cassetta, riversate poi su CD-R.

P: Nella recensione ho fatto un paragone con gli Aneurisma, band in stile primi Marlene Kuntz, Gea e simili; l'accostamento mi è venuto spontaneo con canzoni quali Anna e Fatti, Non Persone!. Effettivamente siete tributari anche a questo tipo di sound o è una mia svista? Dopotutto è curioso come approccio, per una band che suona anche punk.

BP: Tranne i Marlene Kuntz, non conosciamo gli altri due gruppi che hai citato. Per quanto riguarda gli italiani, quelli che ci hanno influenzati maggiormente, almeno all'inizio, sono stati i Massimo Volume. Poi il nostro suono è andato per la sua strada e non sappiamo bene che direzione ha preso.

P: Uno di voi ha apprezzato particolarmente il paragone con i Crass…

BP: Non potevi scrivere una cosa più bella. "The Feeding Of The 5,000 Thousand" e "Stations Of The Crass" sono due pietre miliari. Il loro assalto sonoro, la grafica, i testi, le provocazioni, le invettive eco-pacifiste, la critica alla società di massa e alla stessa scena di cui facevano parte, sono fonti inesauribili d'ispirazione. Forse sono stati un po' dimenticati. Appartengono effettivamente ad un'altra era: quella dei ciclostilati, delle fotocopie, delle cassette. In questa fase di pulizia digitale sembra non esserci spazio per la loro sporcizia analogica.

P: Se parlo di Crass non posso non avere in mente i concetti di autoproduzione e d.i.y., dei quali sono stati dei grandi portabandiera. Che ne pensate al riguardo? Siete una band fortemente dedita all'autoproduzione (come la vostra demo potrebbe lasciare intendere), o vi affaccereste ben volentieri ad una produzione più grande, magari sotto major?

BP: Se non ci autoproducessimo, non esisteremmo. Al di là di questi problemi esistenziali, per noi l'autoproduzione è sicuramente la situazione ideale: facciamo quello che vogliamo in piena libertà, secondo i nostri tempi e i nostri desideri, senza alcuna limitazione. Adesso ci siamo messi in testa non solo di autoprodurre dischi, ma siamo anche alla fase di autoproduzione dello spazio: a breve apriremo una nuova sala prove da mettere a disposizione di chiunque senta la necessità di uno spazio in cui provare ad esprimersi. Si tratta dell'ennesimo rifiuto alla situazione stagnante in cui viviamo.
Per quanto riguarda le produzioni future, non sarebbe male incontrare qualcuno a cui piaccia la nostra musica e che abbia voglia di lavorare con noi per il prossimo disco.

P: Per associazione libera mi è venuto in mente il tanto discusso Decreto Urbani, che poco tempo fa (25 maggio 2004) ha portato ad uno sciopero nazionale dei fruitori della rete. Riassumendo enormemente per i meno attenti, il decreto (tra le altre cose) mira a ridurre la pirateria (che a casa mia preferisco chiamarla scambio di materiale, di informazione, di espressione) con pene severe (anche il carcere).
Se io ho un oggetto, acquistato legalmente, ho o non ho il sacrosanto diritto di farci quello che voglio, anche scambiarlo, duplicarlo (non rivendendolo), condividerlo con altri? Non è una domanda retorica. Voi cosa pensate al riguardo?
(per chi vuole informarsi consiglio di andare sul sito del Senato e su www.no-urbani.it)

BP: Siamo favorevoli alla condivisione, non ha caso le nostre discoteche sono notevolmente migliorate da quando utilizziamo i programmi p-2-p. Il decreto Urbani è totalmente fuori dal tempo, è nato già vecchio e non fermerà un bel niente.

P: Scusate la digressione, torniamo a voi. Com'è l'attività live dei Bread Pitt? Sabino dei Belli Cosi una volta disse che ai concerti "ti giochi tutto". Voi quanto mettete in gioco? Fate molti live?

BP: Quello dei concerti è l'unico tasto dolente. Dalle nostre parti le occasioni per suonare sono pochissime. Mancano gli spazi per un certo tipo di musica. Ultimamente assistiamo ad operazioni realmente imbarazzanti. Giorni fa ci hanno chiesto di partecipare ad un festival e di versare 50 euro all'organizzatore per contributo spese. Ridicolo. E la cosa più assurda e che c'era la fila per suonare. Anche per i concerti, quindi, è preferibile muoversi prevalentemente da soli o con l'aiuto di persone veramente appassionate. È normale che quando arriviamo su di un palco siamo particolarmente avvelenati e non ci risparmiamo affatto.

P: E di concerti a cui avete assistito ce ne sono molti? Cosa siete andati a vedere ultimamente?

BP: Ultimamente abbiamo visto Bz Bz Ueu, Trans Am, El Guapo.

P: Bene, io ho finito ragazzi. Grazie della collaborazione e... qualcosa da aggiungere?

BP: Aggiungiamo che a breve riprendiamo la collaborazione con un nostro amico, Francesco DeZio, anch'egli di Altamura. Sta per pubblicare un nuovo romanzo, una testimonianza narrativa sulla propria pelle dell'inferno postindustriale in una grande fabbrica del Sud. Un inno alla rivolta. Il libro uscirà a settembre. Insieme facciamo delle "letture rumorose": lui legge pezzi del suo libro e noi ci mettiamo sotto "ossature" di batteria-chitarra-basso. Roba ipnotica e tesa. Dovremmo girare un po' di librerie. Se vedete DeZio + Bread Pitt, accorrete.
Per finire, grazie di cuore per il vostro supporto

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